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Internet è qualcosa di formidabile. Permette a tutti di diventare famosi con poco, in maniera transitoria o creando attività imprenditoriali, ma è anche uno strumento che può far male. 

Internet è qualcosa di formidabile. Permette a tutti di diventare famosi con poco, in maniera transitoria o creando attività imprenditoriali, ma è anche uno strumento che può far male. Il telefonino che è tra le mani di tutti i ragazzi può anche distruggere la vita delle persone, se usato per attirare attenzione negativa o odio. Questa la riflessione proposta oggi ai giurati dalla Polizia Postale, nel corso degli incontri con i generator +13 e gli elements+10.

Due incontri animati, densi di domande e testimonianze, nati per aiutare i ragazzi a muoversi al meglio in una realtà della quale i mezzi di comunicazione digitale sono parte inscindibile. Device, app, software sono gli strumenti attraverso i quali costruiscono le loro reti sociali e le loro identità. È alta la possibilità di perdersi nelle reti amplificate all’infinito dai nuovi media. Da qui, la necessità che i percorsi educativi trattino senza remore gli argomenti più difficili legati all’uso distorto di Internet.

Non a caso il direttore generale del Giffoni Film Festival Jacopo Gubitosi ha introdotto l’appuntamento dicendo ai ragazzi: “La Polizia Postale fa un lavoro importante e molto delicato: garantisce la sicurezza online. Mi fa piacere che siate abituati al confronto con persone in divisa e con le istituzioni, ad aprirvi e a parlare. L’invito che vi faccio è di prestare molta attenzione a questo incontro perché vi può cambiare la vita”.

Argomenti come il cyberbullismo, revenge porn, violazione dei dati con lo scambio delle password personali, truffe attraverso la richiesta delle credenziali dei profili di gaming che spesso sono collegati a carte bancarie, sono stati affrontati con i ragazzi i Generator+13. Gli agenti hanno fornito indicazioni per evitare di incapparvi, ma soprattutto hanno sottolineato che in caso di problemi del genere il modo per uscirne è uno solo: parlare con un adulto di riferimento. Nel corso dell’incontro, dalle testimonianze dei ragazzi è emerso il quadro di una realtà interamente permeata di attività online, rispetto al quale l’invito degli agenti della Polizia Postale è stato: “Emozioniamoci. Invece di essere concentrati a condividere online video e foto, provate a condividere con voi stessi le emozioni del momento. Quando tornate a casa fate in modo di portare con voi le emozioni di quello che avete vissuto e non una foto vuota, che non si lega a nessuna sensazione”. E poi l’invito degli agenti all’uso responsabile dei social e di quello che si pubblica online: “La domanda da farsi è: per cosa voglio diventare virale, per cosa voglio essere conosciuto, per cosa voglio essere ricordato?”.

Il cyberbullismo è stato al centro anche dell’incontro con i ragazzi Elements +10. La Polizia Postale ha coinvolto i ragazzi in un confronto aperto, che ha messo in luce come possa essere devastante il bullismo online, che può arrivare anche a costare la vita alle vittime. Anche questa volta, l’invito è stato quello di spezzare la catena parlandone: “Il coraggio di parlare e di dire che ciò che sta accadendo può salvare una vita, è il coraggio di stare con chi è più debole, che non è una scelta da poco. Le vittime si chiudono, si nascondono, hanno bisogno di un sorriso, di una parola, di qualcuno che parli per loro”. La conclusione della Polizia Postale riporta al tema del #Giffoni2022: “Il cyberbullismo rende le vittime invisibili, c’è bisogno di una mano che le aiuti a venirne fuori. Quando siete a conoscenza di questi casi, parlatene sempre” e l’invito a rivolgersi a loro, non solo per chiedere aiuto ma anche per un semplice consiglio, attraverso l’app YouPol, commissariato di PS online, e tutti i numeri delle forze dell’ordine.

La giornata con la Polizia Postale è stata così un importante momento di crescita personale per i ragazzi.

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