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L’iniziativa, selezionata dall’impresa sociale Con i Bambini e interamente partecipata da Fondazione con il Sud, vedrà protagonisti centinaia di ragazzi fino a sabato 25 marzo

Superare i confini della lezione frontale, dalla cattedra, consapevoli che le immagini hanno immenso potere. Non a caso sono lo strumento più utilizzato dai ragazzi e il più utile per formare insegnare: parte da qui Movie Days, il progetto che mediante la visione di film permetterà a bambini e adolescenti di rimettere in discussione il loro immaginario, restituendo attenzione e valore alla narrazione audiovisiva.

L’evento si inserisce all’interno di Sedici Modi di Dire Ciao,  l’iniziativa selezionata dall’impresa sociale “Con i Bambini”, nell’ambito del “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile” e realizzato dall’Ente Autonomo Giffoni Experience. Il nuovo appuntamento è in programma a Nuoro fino a sabato 25 marzo e coinvolgerà centinaia di ragazzi da tutta la regione, in collaborazione con l’associazione Nuovi Scenari e la cooperativa Scenari Verdi diretta da Giuseppe D'Antonio.

“Sedici Modi di Dire Ciao offre un’opportunità concreta ai ragazzi di vivere un’esperienza cinematografica con produzioni di qualità all’interno di una sala - racconta D’Antonio - è uno strumento sinergico con le attività didattiche, con la particolarità che i ragazzi sono protagonisti sia nella fase di programmazione che di realizzazione delle attività. Il progetto ha una sua continuità, ormai nell’esperienza ventennale del nostro rapporto con Giffoni abbiamo registrato come tanti ragazzi abbiano continuato ad avere con il festival una relazione autonoma e come questa relazione abbia avuto un’incidenza sulle loro scelte formative, universitarie e anche professionali”.

Due le storie che hanno animato il confronto in sala: IL RAGAZZO E LA TIGRE di Brando Quilici e STORM BOY – IL RAGAZZO CHE SAPEVA VOLARE di Shawn Seet, entrambi distribuiti da Medusa Film. Cosa hanno in comune un 12enne e una tigre del Bengala? Lo scopriamo con il primo lungometraggio: Balmani è un 12enne che ha perso la madre nel terremoto che ha devastato il Nepal. Il ragazzo viene affidato a un orfanotrofio lontano da casa, l'Ananadita Children's Home. Il desiderio di tornare nella sua Katmandu non lo abbandona mai e a nulla valgono le attenzioni che Hanna, capostruttura dell'orfanotrofio, gli riserva, immedesimandosi nel suo smarrimento. Nella zona alcuni bracconieri uccidono una tigre del Bengala e le sottraggono il piccolo, ma Balmani, in fuga dall'orfanotrofio, vede il cucciolo e lo libera, portandolo con sé. È l'inizio di un lungo viaggio per consegnare la giovane tigre, Mukti, ad un monastero arrampicato sull'Himalaya, il Tiger's Nest, che fin dal nome si qualifica come luogo sicuro per quell'animale selvaggio sacro ai monaci. E Hannah troverà il modo di accompagnare i due nella difficile impresa. Stesso amore per l’ambiente in STORM BOY: Michael Kingley, nonno e businessman in pensione, ritorna sul litorale meridionale dell'Australia, dove ha trascorso l'infanzia e dove dovrà votare una mozione che rischia di impattare l'eco-sistema di quell'angolo di mondo selvaggio. L'ostinazione della nipote, decisa a salvaguardare quello stesso paradiso e le sue creature, risveglia nell'uomo l'eco di anni lontani, quando viveva con suo padre in una capanna sul mare. Un'epoca in cui attraversava le tempeste e 'volava' coi pellicani, salvati dai bracconieri e nutriti con pesce frullato e tanto amore. Coi ricordi cresce la consapevolezza umanista e politica e ritorna come un'onda l'ardore della sua battaglia.

Spazio anche a genitori e figli con Parental Experience: applausi per Una voce fuori dal coro”, esordio alla regia di Yohan Manca  che aveva già conquistato i juror della sezione Generator +13 del Giffoni Film Festival 2022 ed aver vinto il Gryphon Award come miglior film. Distribuito da Wonder Pictures, narra una storia familiare che ruota intorno a una forte passione per la musica lirica. Il film di Manca è liberamente tratto da un’opera teatrale intitolata Way We Left, My Brothers & I di Heidi Tillette de Clermont-Tonnerre, dove centrale è la musica, classica e contemporanea, che finisce per diventare co-protagonista.

Nour ha quattordici anni ed è l'ultimo di quattro fratelli, tutti più grandi di lui e dalle personalità focose, irascibili, mutevoli. I quattro sono abituati a fare famiglia tra loro da quando il padre è morto e la madre è in coma. I fratelli più grandi si arrangiano tra vari lavoretti, e con l'inizio dell'estate anche Nour viene coinvolto per contribuire all'economia familiare e alla cura della madre malata. Ma un giorno incontra Sarah, un'insegnante di canto che lo coinvolge nel suo corso. Per il ragazzo è l'occasione di scoprire una passione innata e per aprirsi a un mondo diverso da quello in cui è cresciuto. L’intento del regista è quello di portare sul grande schermo una storia che mette in risalto il contrasto tra la vita difficile di alcuni quartieri e la delicatezza rappresentata dalle note. L’inserimento di diversi brani molto noti nella musica lirica riesce a fornire una connotazione particolarmente drammatica e toccante nel corso della storia, regalando una forte empatia tra lo spettatore e il protagonista Nour. Merita una menzione speciale la sequenza nella quale Nour inizia a cantare l’aria Una furtiva lagrima tratta dall’opera L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, con la speranza che la mamma possa svegliarsi da quel sonno profondo.

“Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org”.

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